martedì 30 novembre 2010

Una Storia Semplice?



Nove mesi fa ero un tesserato del Partito Democratico che era stato anche tesserato dei DS e militante dei relativi avi. La mia azione politica, anche se non partitica, si svolgeva massicciamente e faticosamente, ma non esclusivamente, nell'Agesci. Anche se non ho fatto in tempo ad iscrivermi al PCI e ho avuto ben poco tempo per dedicarmi alla politica attiva durante l'università, ho avuto modo di partecipare, al piccolo, ma significativo, Matera Social Forum dove ho incontrato parecchi amici e dato un minimo contributo, per esempio, a scansare le scorie.

Quando, relativamente spesso, avevo modo di parlare con chi, nella politica partitica era attivamente impegnato, non riuscivo a trattenermi nel commentare amaramente il continuo decadere della Sinistra in generale, di quella materana in particolare.

Stiamo parlando di un lasso di tempo lungo quasi dieci anni, durante il quale, tuttavia, per ogni parola di insoddisfazione ce n'erano due di conforto, per ogni battuta di critica ne pronunciavo un'altra di Fiducia. Già, la Fiducia. Chi, ha fiducia nella Politica? Chi ha fiducia nei partiti? Chi ha fiducia nei Politici, vicini o lontani che siano?

Date le circostanze, ovviamente, non c'è ragione di avere Fiducia. Purtroppo, non c'è soluzione nella Sfiducia. Non credo di dover spendere parole per dimostrarlo: non esistono organizzazioni e meccanismi virtuosi basati sulla Sfiducia. La costruzione della Fiducia reciproca, pertanto, è il primo passo. Qualcuno deve iniziare a fidarsi del prossimo, non sprovvedutamente, ma ragionevolmente. Possibilmente, non qualunquemente. Ossia, costruendola anche da zero, se necessario.

Quando, ai primi di Febbraio del 2010 mi è stato proposto di candidarmi per le Comunali, ho accettato solo dopo diversi giorni di riflessione. Non è in questa sede che discuterò le motivazioni, che sono state rese pubbliche a suo tempo e, pertanto, facilmente rintracciabili in rete. Ora, assorbito l'impatto non facile con la politica partitica, è il momento di tracciare il progetto dei passi successivi.

Il Partito Democratico Materano non è mai stato, tra le vie della Città, un corpo unitario e rappresentativo, quindi non è il caso di programmare un ritorno ad antichi fasti mai esistiti. Gli sforzi ed i sacrifici fin qui profusi da tante persone, per creare un soggetto politico vitale, innovativo e produttivo non possono, però, essere semplicemente abbandonati e devono essere ulteriormente sostenuti, ma in effettiva discontinuità con le modalità che hanno portato alla situazione attuale.

Il punto di partenza è un atteggiamento di semplice lealtà e chiarezza: spesso, mi è capitato di ascoltare ragionamenti del tipo: "Bravo, c'è bisogno di giovani seri che riformino la Politica dall'interno espellendo i vecchi dinosauri ed i corrotti ". Sorrido educato e scrollo le spalle sconsolato. Ma come, mi si propone di lavorare per un nobile fine iniziando col programmare un tradimento su larga scala? Di carpire la Fiducia di chi, nel bene e nel male, nell'ottimo e nel pessimo, è dentro il meccanismo con lo scopo premeditato di sostituire un'efficienza iniqua (o un'inefficienza onesta e relative permutazioni) con una continua congiura di palazzo?

Bel piano: ricostruire la fiducia collettiva basandosi sulla disonestà intellettuale che, tra l'altro, implica accettare un'omogenea indifferenziazione tra tutte le componenti del Partito. Il che, non è. Non siamo mica tutti uguali.

E c'è chi usa certi strumenti con quotidiana disinvoltura per il proprio tornaconto e chi vi è costretto per salvaguardare una metodologia operativa efficace a rischio di estinzione. Occorre avere la pazienza di analizzare in profondità le circostanze, cosa senz'altro rara in un Paese che ormai equipara tranquillamente Camicie Nere e Partigiani solo perché morivano tutti ammazzati dal Piombo.

La funzione del rinnovamento è nell'aumentare l'efficienza del sistema, non nel rendere il conflitto generazionale il fine ultimo del sistema stesso. E il fine del sistema è la gestione ottimale della quotidianità e la costruzione di un futuro almeno passabile, date le circostanze. Urge, pertanto, una ricostruzione completa del Partito, per una serie di ragioni che riassumo con una sola parola: Sopravvivenza.

Sopravvivenza della Città strozzata nei bisogni primari e nell'assenza di prospettive lavorative.
Sopravvivenza del futuro delle nuove generazioni che a Matera è misero sinonimo di emigrazione o assistenzialismo clientelare.
Sopravvivenza dell'Ambiente il cui saccheggio e le cui devastazioni non solo mettono a rischio la salute umana ma decurtano ogni speranza di ripresa economica: tra il fango delle alluvioni, i cumuli di immondizia, le contaminazioni petrolchimiche e la desertificazione non si può immaginare uno sviluppo agricolo, turistico e persino industriale sostenibile.

Potrei proseguire per ore sulle urgenze di questa Collettività che sta perdendo ogni capacità di convivenza civile e vede sgretolarsi le tradizionali fondamenta di solidarietà che si perdono nel gorgo della neo lingua berlusconiana. Ma non è il caso.

Aggiungo un'ultima categoria di Sopravvivenza: quella del Partito Democratico.
Confido che, ormai, sia chiaro a tutti che Matera non potrà sottrarsi allo stesso destino della Puglia, di Firenze o di Milano. E le forme locali di mantenimento clientelare del consenso elettorale non sono ulteriormente sostenibili date le drammatiche circostanze economiche. Anche se, dopo aver incontrato in campagna elettorale serissimi sessantenni che mi hanno confidato di non potermi votare "perché dovevano sistemare il figlio al salottificio ( sic. )" avrei dei dubbi ...

L'autoreferenzialità di certi schemi ha portato le varie anime del PD a seguire binari retrogradi in un gioco interno a somma zero ed oggettivamente a perdere da un punto di vista globale con gravissime ripercussioni sulle realtà amministrate e sulla consistenza e la qualità del consenso elettorale. Sarebbe assurdo il solo pensare di avere in tasca ricette risolutive o di approcciarsi al problema con modalità personalistiche, le stesse che sono parte del problema. Anche se è una medicina amara e non scevra di pericolose controindicazioni, quella delle Primarie si sta dimostrando la via della forgia della nuova ed effettiva leadership della Sinistra.

Il PD ha due scelte: adeguarsi in fretta o ignorare i fatti. Nel primo caso, abbiamo qualche speranza anche a breve – medio termine, nel secondo caso, la vera traversata del Deserto, classica espressione quanto mai attuale, non è neppure cominciata.

Ormai, il tempo della fiducia in icone lontane è finito. La Sinistra è polverizzata, ci toccherà ricostruirla molecola per molecola. Per quanto, ancora, maggioranza elettorale in Basilicata, dobbiamo constatare amaramente di essere una cultura minoritaria ancor prima di una forza politica debole e divisa. Quello che propongo è un percorso difficile, scomodo, impopolare e lento di costruzione dal basso del tessuto del Partito. Assolutamente non in contrapposizione con il Partito stesso: la mia attenzione è sui problemi esterni alla compagine del Partito, lascio a più abili ed ambiziosi operatori occuparsi di scalare le vette del rinnovamento interno, nella speranza che, quando saranno in cima, esista ancora un Paese da governare.

Io propongo un dualismo di confronto continuo col territorio ed i suoi problemi associato ad adeguati ed immediati provvedimenti amministrativi.

Propongo che, con pazienza, impegno e fatica, i temi del lavoro, dell'ambiente, della gestione degli spazi giovanili, della cultura e della gestione della quotidianità di questa Città siano immediatamente affrontati da gruppi di lavoro che preparino e realizzino manifestazioni di confronto pubblico e che portino le soluzioni eventualmente individuate direttamente all'attenzione dell'Amministrazione e del consiglio comunale in cui ben dodici consiglieri sono emanazione del Partito Democratico.

Dobbiamo portare, finalmente, il Partito Democratico nella quotidianità della Città, risolvendone i problemi attraverso una pluralità di interventi, voci, punti di vista e confronti anche aspri perché aspri sono i problemi da risolvere, purché tali confronti siano pubblici e trasparenti e che, conseguentemente, permettano di portare in consiglio provvedimenti risolutivi sotto l'unica bandiera del Partito Democratico.


Coinvolgiamo le associazioni che portano da anni avanti battaglie di civiltà e sviluppo, dalla gestione del territorio a quella della Cultura, dal Volontariato Sociale fino alle più innovative esperienze di eccellenza che non mancano nella nostra Città:
da Matera 2019 alla cittadella del Cinema, dal Software Libero alle politiche per i giovani, dall'Energia Rinnovabile alle tematiche del lavoro e della cultura ( per non derivare su questioni di importanza nazionale ) esistono già nella nostra Città associazioni e competenze da coinvolgere direttamente e con cui sarebbe controproducente mettersi in concorrenza.

Eppure, alcuni fatti mi fanno davvero ben sperare. In ordine strettamente cronologico:

L'esistenza di una base di militanti, completamente trasversale alle correnti, capace di incontrarsi, discutere, confrontarsi ed essere produttiva. I lavori di questo gruppo di militanti del PD Materano proseguono e costituiscono una cellula operativa che sarà presto messa alla prova. Poi, l'elezione, finalmente, del nuovo segretario di circolo.

Simonetta Guarini si trova a dover affrontare e risolvere una gran quantità di problemi tutti gravi, tutti urgenti. La sua elezione deve rappresentare ben più di una speranza: deve essere la prima pietra per la costruzione di un meccanismo virtuoso di Fiducia che va sostenuto in pieno. Le idee si materializzano nelle azioni!

Pertanto, se le nostre idee valgono qualcosa, anzi, se vale la pena di vivere intellettualmente, è dal meccanismo Idea - Azione che si deve ripartire! Ecco perché ritengo che una possibile soluzione sia nel restare pervicacemente ancorati ai fatti, ai problemi, ai temi. Piccola nota a margine: le parole Destra e Sinistra sono importanti ed hanno un significato pratico che va ben al di là del contenuto di elenchi televisivi.

Faccio un esempio banale: Il fotovoltaico.

Mettiamo il caso che il comune di Matera disponga di 5 milioni di euro da investire in fotovoltaico. Ebbene, esiste un modo di Destra ed un modo di Sinistra di spendere lo stesso denaro. La Destra, magari, preferirà costruire una centrale solare sulla Murgia, consumando suolo ma massimizzando i profitti economici, la Sinistra, per come la comprendo io, preferirà ricoprire i tetti degli edifici pubblici di impianti più piccoli, rinunciando a parte del guadagno in funzione dell'efficienza energetica, del rispetto dell'ambiente e delle ricadute occupazionali.

Personalmente, ritengo che, seguendo quest'approccio, il Partito potrà almeno, come minimo, indirizzarsi a diventare una forza popolare e riformista, di Sinistra, credibile. La soluzione che propongo è difficile, assolutamente non brillante, ma non richiede leaders carismatici, captatio benevolentiae o grandi masse di telespettatori. Serve un po' di gente disposta a lavorare, ad incontrarsi la sera in uno scantinato, a spostar sedie, scrivere, mandare mails e soprattutto disposta ad ascoltare senza pregiudizio, con l'obiettivo, che so, di far adottare il software libero al Comune o di immaginare una gestione differente degli spazi di aggregazione comunitaria, e far ricadere un po' di Fiducia e Speranza sulla Città.

Il Secondo Principio della Termodinamica mi incoraggia: dopotutto propongo di fare tanta fatica per possibili piccoli risultati: credo che sia la via giusta.

Mi ci romperò la testa.







sabato 6 novembre 2010

Sisifo ed i Dinamitardi

Che il Partito Democratico abbia bisogno di rinascere dalle sue ceneri quanto prima è evidente, sia a livello Nazionale che Locale.
No, lasciamo perdere, così non va. Non sarebbero parole mie.
Anzi, ricominciamo da capo e cambiamo strada:
Esiste un modo di vivere, di gestire gli affetti, di pensare il lavoro, la Città, l'Economia, gli scopi dell'esistenza che è specifico, peculiare e proprio di un certo gruppo di persone. In questa casa, in questo quartiere, in questa città. In Italia. Persone che vivono secondo un insieme di valori, trasversale rispetto a quelli religiosi, un insieme che ha come nucleo fondante il rispetto della Persona e del rapporto tra Persone, visto come centro della Vita.
Queste persone, pertanto, sono probabilmente attente a certi aspetti dell'esistenza umana e vedono nella Collettività un'occasione di prosperità.
Pagano le tasse, fanno la raccolta differenziata, non parcheggiano in doppia fila, lavorano per vivere, trovano leggerezza per le proprie vite nell'impegno civile, considerano l'Arte e la Cultura strumento di emancipazione dell'anima.
Queste persone sono il mio Popolo, il Popolo della Sinistra. E non sono "La Gente".
Il mio Paese è nello stato in cui è anche perchè il Popolo della Sinistra non solo è stato troppo a lungo una minoranza divisa, ma è tuttora ostaggio di rappresentanti che, uno per uno, saranno magari delle bravissime persone, ma, che, come classe dirigente, hanno oggettivamente fallito. Dimostrazione: Silvio c'è. Non ci sarebbe se la classe dirigente del Popolo della Sinistra fosse stata degna del suo stesso popolo.
Nichi Vendola, è evidente, sta salendo a grandi passi la scala dell'ascesa ad una leadership nazionale del mio Popolo.
Sul mio profilo Facebook e sui miei blog troverete senz'altro numerosi richiami a questo leader carismatico che è un piacere ascoltare e con cui raramente sono in disaccordo. Tuttavia, appunto, Nichi Vendola, a cui non trovo, ora , altri difetti, è un leader carismatico. E, scusatemi, ma non sono entusiasmato dai leaders carismatici. Certo, mi piacerebbe tanto vederlo giurare fedeltà alla Costituzione come Premier, ma temo che per avere la forza di riformare questo Paese serva ben altro che il suo naturale carisma.
Serva un Partito del Popolo della Sinistra.
Per me, oggi, questo Partito è il Partito Democratico. 
Ma il Partito Democratico è ben lontano dall'essere il Partito del Popolo della Sinistra.
Le circostanze, a livello Nazionale ed a livello locale sono terribilmente, sinistramente, simmetriche.
A livello nazionale c'è un segretario di cui non si può che apprezzare lo sforzo di questi mesi, anche se evidentemente ancora insufficiente per dare spina dorsale al Partito. A livello locale c'è un segretario appena eletto che ha l'ingrato compito di affrontare innumerevoli questioni, tutte urgenti, tutte complesse.
Nel frattempo, come se non bastasse, imperversano i rottamatori.
Sarà per l'antipatia del termine di cossighiana memoria, queste figure mi lasciano piuttosto perplesso. Nel merito ( il PD diventerebbe davvero il Partito del Popolo se la Classe dirigente prendesse atto del fallimento degli ultimi 20 anni e se ne andasse in pensione ) io sarei anche concorde.
Ma nel metodo?
Dopo la fine della campagna elettorale delle passate elezioni comunali io ho proseguito nell'impegno mantenendomi su un sentiero di pervicace pragmatismo. Che gli innegabili guasti a cui ho dovuto assistere in questi mesi siano dovuti a quanto di cui sopra è palese, che la soluzione sia mettersi a gridare a pieni polmoni:" Che schifo, andatevene!" Mi lascia più che dubbioso.
Se non altro perchè mentre uno grida "andatevene" e l'altro risponde "ingrati", il tempo passa, il papy nazionale se la ride ed il Paese affonda.
Ecco perchè ritengo che il rinnovamento della Classe Dirigente, la costruzione effettiva del Partito del Popolo e la conseguente formazione di una forza politica complessa ma unitaria nell'intento di salvare il Paese dal collasso debba partire da ciascuno secondo le sue possibilità attraverso operazioni concrete nel senso pratico del termine.
Per esempio, io continuerò a proporre a partire dal livello comunale le tematiche del Software Libero come strumento di sviluppo economico per Matera. Continuerò, monotono e paziente a combattere perchè il Partito Democratico materano torni a Matera da Marte ( mi si perdoni la citazione ), discuta pubblicamente dei temi più gravi ed urgenti ( non mancano ) e, seduta stante, trasformi il risultato della discussione in provvedimenti concreti che i suoi dodici consiglieri dodici dovranno portare all'attenzione del governo cittadino.
Idem per l'Energia Rinnovabile, i rifiuti, gli spazi di crescita giovanile, i parchi, i Sassi, la viabilità, la Cittadella del Cinema, la Cultura, il lavoro  e tutto quello che è necessario per costruire la Sinistra attraverso azioni di governo di Sinistra.
Ecco perchè spero che la bandiera del PD inizi a sventolare sui guai, sulla monnezza, sugli ingorghi, sulle vie dei sassi ingombre di auto e cemento, sui giovani e le loro notti alcoliche, per proporre soluzioni e, dato che qui siamo governo, metterle in pratica.
Una alla volta.
E, spero, si faccia lo stesso a livelli più alti di quelli della mia campagna elettorale per una Città Differente.
Prendiamo posizione, tutti quanti. Su tutto. La differenza la faranno i risultati, altrimenti, lamentarsi di clientele, inefficienze ed occasioni sprecate è un giochino peggio che sterile, ma suicida.
Qui, un mattoncino costruttivo, c'è.