lunedì 28 febbraio 2011

La casa tenuta sfitta sta al SUV come quella immessa su un mercato libero sta all'auto elettrica

Consideriamo un SUV.
Uno di quei bei macchinoni che si vedono abitualmente ed abusivamente scorazzare tra Piazza Sedile, con autista rigorosamente incollato al suo cellulare, e magari i dintorni della Villa Comunale. 
A parte le violazioni del codice della strada, che male c'è?
( Apriamo parentesi: perchè dobbiamo tollerare lo scempio di Piazza Sedile e dei relativi ingorghi in aree pedonali? Chiudiamo Parentesi )
Questo SUV è stato pagato a caro prezzo.
Il Proprietario ci paga su Bollo, Assicurazione ed ogni volta che fa il pieno paga una gran quantità di tasse allo Stato.
Ad un'analisi molto superficiale, teoricamente sono fatti suoi: c'è chi gli piace comprarsi una borsa che costa tre stipendi, c'è chi gli piace, invece di fare una passeggiata, starsene in una specie di carro armato che consuma tre volte un'auto normale per fare 500 metri.
Ma non è così.
Perchè, se il nostro gentileman dell'esempio di cui sopra è libero di fare del suo denaro quello che più o meno gli pare, non è libero di appropriarsi gratuitamente di beni altrui:
a partire dallo Spazio occupato, passando per la Sicurezza degli altri automobilisti e pedoni e finendo con l'Inquinamento dell'aria che provoca bruciando così tanto carburante.
Bisogna mettersi in testa che i tempi sono cambiati, l'energia da petrolio diventerà costosa e non ci possiamo assolutamente permettere di continuare così, come se niente fosse ad inquinare l'atmosfera ed a consumare risorse naturali: consumare aria, acqua e suoli agricoli non può più essere nelle disponibilità individuali in maniera assoluta.
Per esempio: quando ero piccolo, di fronte ad un'auto nuova dello zio di turno, chiedevo sempre: quanto fa all'ora?
Ora chiedo: quanto consuma?
Ma già dovrei chiedere: quanto inquina?
Lo stesso per l'urbanistica.
Le vecchie case diventeranno sempre più roventi d'estate e gelide d'inverno: dobbiamo ripensare la città. Dobbiamo demolire le case vecchie e ricostruire lì dove c'è già suolo urbanizzato case nuove, calde d'inverno e fresche d'estate, a basso o negativo impatto energetico.
Ecco perchè non guardo con simpatia all'abitudine tutta italica in generale e materana in particolare di mantenere fuori mercato seconde e terze case.
Certo, i proprietari ci pagano su ICI e TARSU, tutto in regola.
Ognuno dei soldi suoi ci fa quel che gli pare, sempre in teoria. 
Perchè, va da se, che se a Matera il denaro è disinvestito così improduttivamente non è che le cose possano migliorare tanto facilmente, ma sto divagando.
Il punto è che un appartamento artificiosamente vuoto è costato sì denaro al legittimo propietario, ma è anche un costo piuttosto salato per la Collettività che si deve far carico del comodo di chi possiede case e le tiene vuote.
Un costo che, francamente, è solo risibilmente compensato da ICI e TARSU:
Il Costo Sociale dovuto a prezzi artificiosamente elevati in un contesto di elevata offerta e bassa domanda.
Il Costo Sociale per l'impossibilità per molti giovani di sposarsi ed avere figli, diretta causa di una scarsissima crescita economica.
Il Costo Ecologico per aver usato aria, acqua, minerali e suolo agricolo, che sono beni primari di valenza collettiva, per costruire edifici inutili, per non parlare del denaro pubblico variamente elargito nell'edilizia a vari titoli nel corso del tempo.
Il Danno Economico inflitto alla collettività con la falsa credenza che solo l'edilizia cementificatrice porti ricchezza, come se lustri e lustri di simili politiche non siano alla base degli sconquassi di oggi.
Il Danno Economico subito da una Collettività priva di capitali immobilizzati de facto in edifici dal valore 
Ancor oggi, in una Matera candidata più al titolo di Capitale delle Case Sfitte che a Capitale Europea della Cultura 2019, si pensa di voler rilanciare l'economia con le stesse motivazioni che hanno portato al sacco della città degli ultimi 30 anni.
Prevedibilmente, con la prospettiva di ottenere gli stessi risultati.
Ma l'edilizia in generale, il Piano casa in particolare, appunto, potrebbero davvero essere occasione di riqualificazione urbanistica, se fossero indirizzati a recuperare gli scempi evitando di consumare altro suolo prezioso, usando tecnologie di autosufficienza energetica come quelle solari.
Sia pure che un minimo di nuove costruzioni siano necessarie per tutta una serie di fattori economici, ma non ci si venga a raccontare che sono necessarie per dare una casa ai giovani, in quanto così non è:
in una situazione ormai pluriennalmente statica di offerta elevata e domanda bassa con prezzi in continua ascesa è un'argomentazione che non regge.
Proprio a causa della presenza in città di un numero elevatissimo di case sfitte.
Non c'è ragione di ritenere che il fenomeno si invertirà costruendone altre.
Non c'è ragione di ritenere che la situazione contingente migliorerà senza prendere provvedimenti adeguati ed incentivare l'immissione sul mercato delle case vuote.
Non c'è modo di invertire la rotta della decadenza culturale, politica economica ed ambientale continuando sulla stessa linea di sempre.
Facile, no?

domenica 6 febbraio 2011

Piano Casa e Regolamento Urbanistico: Adoro i Piani ben riusciti ( Colonnello John "Hannibal" Smith )

Piano Casa e Regolamento Urbanistico ( volgarmente detto Piano Regolatore ).
Ecco il tema del giorno, anzi, dell’anno.
Non sono assolutamente esperto di edilizia od urbanistica, figuriamoci se posso esprimere un parere di indirizzo nello stato attuale di incertezza di fonti ed informazioni.
Il Piano Casa è nelle sue fasi iniziali di definizione, il Regolamento Urbanistico non è stato ancora presentato.
Inoltre, personalmente, mi rifiuto di dare attestazioni di razionalità a decisioni prese senza cognizione dello stato delle cose.
Traduco?
Traduco:
Oggi, Febbraio 2011, quante case vuote esistono nella città di Matera e quante persone sono in cerca di abitazione?
Ossia: qual è il rapporto tra Domanda ed Offerta?
Sembra una domanda banale, ma questo argomento, in quel di Matera, è un vero e proprio muro di gomma.
Ed è facile comprenderne le ragioni.
Probabilmente, prendendo tutti i ragionamenti col beneficio del dubbio derivante dall’assenza di dati attendibili, Matera è già, di fatto, una città fantasma.
Fatevi un giro in macchina alle 22 di un Mercoledì di Coppa, quando l’80% dei Materani è incollato alla Televisione.
Vedrete palazzi interi nelle tenebre, palazzi con solo alcune finestre illuminate, palazzi con fuori più cartelli vendesi che balconi.
Sia in centro che in periferia, sia Nord che Sud.
Matera è una città di palazzi nuovi che cadono.
Se si arrivasse a quantizzare che per ogni materano in cerca di casa esistono decine di alloggi vuoti non credo che vi sarebbe una rivoluzione, del resto dopo l’assordante silenzio civile del post notti di Arcore e l’acquiescenza complice anche sulla catastrofe economica, cosa volete che sia una Cittadina del Sud in cui le case costano il quadruplo minimo del prezzo che avrebbero in condizioni di mercato appena appena decenti?
Empiricamente, facendo i conti a naso, posso, quindi, affermare che l’offerta potenziale è di alcuni multipli superiore alla domanda. I prezzi delle case, invece sono di alcuni multipli superiori a quelli del congruente mercato.
Una casa di 100mq in periferia costa anche 250.000,00 €, credo il quadruplo di quello che valga, date le circostanze:
Bassa domanda, alta offerta, emigrazione intellettuale e non, crisi generalizzata.
La nostra Società ha deciso che le coppie di giovani, anche laureati, possano contare su un reddito annuo medio ( e precario ) di circa 15 - 20 mila € per i più fortunati. 
Questi numeri ci dicono tutto.
Del resto, ci vuole poco a realizzare che le imprese possono finanziarsi un palazzo vendendone solo una frazione e, col regime vigente, possono permettersi di attendere lustri prima di vendere al loro prezzo senza tema di averci proprio a che fare con la Legge della Domanda e dell'Offerta.
Altri numeri, calcolati su basi attualmente a me ignote, ci dicono che, invece, il fabbisogno di alloggi è di 2600 unità da costruirsi entro il 2017.
Su tali numeri si baseranno Piano Casa e Regolamento Urbanistico.
Bene fa la Segreteria del Partito a voler attendere la presentazione del Regolamento Urbanistico perchè è il momento di voltare pagina e cessare con la cultura dell’emergenza per ricominciare a pianificare secondo ragione e non secondo interessi particolari e locali.
L’elaborazione di un Piano Strategico che vada dal generale al particolare è l’unico modo per uscire dalla logica perversa della deroga, dell’emergenza, dell’accettazione dei fatti compiuti.
Purtroppo, il Piano Casa è quello che è: una deroga alle procedure del regolamento urbanistico voluta dal Papy nazionale ed in cui la nuova giunta regionale di Basilicata ha pure tolto ai Comuni la possibilità di decidere gli ambiti di intervento.
E’ vero che il 40% degli alloggi previsti dal Piano Casa sono di Edilizia Sociale e, pertanto, dovrebbero alleviare il fenomeno qui appena descritto.
E’ vero che l’immissione di 2600 alloggi sul mercato, sempre in teoria, dovrebbe calmierare il mercato.
Teoricamente.
Ma, purtroppo, la stessa Teoria è già smentita dai fatti: una sovrabbondanza di offerta a livelli mai visti non provoca una caduta dei prezzi.
Le case, è vero, non si costruiscono.
Ma neppure si vendono.
Si conservano, vuote, per mancanza di acquirenti dotati della necessaria capacità di spesa.
Tanto, ad ora, tenerle vuote costa pochissimo ai proprietari di terze, quarte e cinquantesime case.
Ora, dato che quello alla Casa è un diritto costituzionale e considerando che viviamo in una Città stracementificata, in una Nazione in cui un metro quadro su dieci è coperto di mattoni, ritengo che sia profondamente errato pensare di risolvere il problema aggiungendo cemento al cemento.
Siamo nel 2011 e non ci sono le risorse finanziarie né naturali per aggiungere nuove città di fianco a quelle semivuote, non abbiamo altro denaro, altro terreno coltivabile, altra acqua, altra aria da contaminare inutilmente.
Perchè, anche se il diritto alla proprietà privata è anch’esso un diritto costituzionale, non esiste un diritto costituzionale al possesso dell’aria e dell’acqua.
Il Piano Casa non è certo obbligatorio, ma comunque è un’occasione che può essere sfruttata per la riqualificazione della città.
Il problema, a riguardo, è che l’Amministrazione Comunale ha ben poche possibilità di influire sulle manifestazioni di interesse presentate.
In pratica, se da un lato c’è qualche flebile speranza di attenuare il dramma del problema casa grazie al 40% di Edilizia Sociale previsto nel piano casa ( ed io devo ribadire che non ci credo per le ragioni fin qui espresse ), dall’altro un Regolamento Urbanistico degno del nome potrebbe contribuire a riqualificare la città secondo criteri moderni senza rimettere a sacco un territorio già martirizzato.
Case a basso impatto ambientale, ristrutturazioni, riqualificazione delle urbanizzazioni e del verde, energie alternative, le vie possibili sono sicuramente tante e non è questa la sede per parlarne.
Personalmente, è su questa linea che mi spenderò in Segreteria e nel Direttivo, da un punto di vista politico, mentre da un punto di vista più generale mi piacerebbe che si arrivasse all’ovvio, cosa non scontata in questo Paese:
l’ovvio, secondo me significa rendere legislativamente conveniente mettere sul mercato le case piuttosto che tenerle vuote ( e spesso neppure accatastate ) a centinaia.
Una Città di case vuote non può che essere una Città Sterile.
Non è costruendo un altro quartiere Acquarium che si rilancerà l’economia della Città, ma perseguendo soluzioni differenti dal passato che spezzino il circolo vizioso che ha portato Matera ad essere un lungo e semideserto cementificio a cielo aperto.

PS: 

ovviamente, la parola “Sassi” esiste