giovedì 31 marzo 2011

Le alghe Nori ed il Piano Casa

Qualche giorno fa mi sono recato presso un supermercato della mia Città  per rinnovare la scorta di ingredienti per fare il sushi.
Sono i giorni terribili dell'incidente nucleare di Fukushima ( pare che il nucleo di un reattore si sia fuso ed abbia iniziato il classico effetto di sindrome cinese perforando il contenitore primario, ma in Italia siamo impegnati con le leggi salvasilvio, che volete ... ).
Il proprietario del supermercato ha avuto la brillante idea di cogliere l'occasione per raddoppiare i prezzi degli ingredienti per il sushi, evidentemente vivendo in terra di Petrolio si è sentito in diritto di imitare le compagnie petrolifere.
Sconsolato, ho provveduto via ecommerce a rifornirmi al solito prezzo di sempre da un distributore settentrionale.
A parte il fatto che aver fatto il pieno di alghe mi spinge a preparare quanto prima il sushi, stavo ragionando sugli effetti pratici a breve e medio termine di questo benedetto piano casa che sarà approvato domani, salvo altri colpi di scena.
Dunque, la mia posizione è nota da anni e non la ripeterò in dettaglio. Nello specifico, ritengo che la speculazione edilizia in Città sarà semplicemente rafforzata dall'approvazione del piano casa che consentirà il perpetuarsi di costruire X e vendere una frazione di X lasciando il resto vuoto e neppure accatastato trasformando la Città dei Sassi in una ghost town in cui il 10% degli immobili ufficialmente vuoti va sommato con gli immobili non accatastati e quelli intestati ai migranti. Numeri non ne faccio, perchè bisognerebbe praticamente conoscere l'ammontare di tutti i permessi a costruire rilasciati negli ultimi vent'anni a cui sottrarre gli accatastamenti effettuati per avere un risultato decente ( al netto dell'abusivismo, fenomeno sicuramente appena più raro della disoccupazione giovanile ).
Sarei molto sorpreso se qui ci fossero meno di 2  case su 10 vuote, forse di più.
Il che non genera la conseguente e naturale caduta dei prezzi dovuta alla banale legge della domanda ( asfittica ) e dell'offerta ( ampia ) per motivi di cui sopra e di cui mi sono anche annoiato di scrivere.
Tuttavia, pare che il dado sia tratto. E piano casa sia.
Del resto, il virus dell'ottimismo è ormai pandemico nella Città.
Il Piano Casa risolverà il problema dei prezzi alti.
Il Piano Casa sarà un ausilio per le giovani coppie e chi vi si oppone "si oppone alle case ai poveretti".
Il Piano Casa rilancerà l'economia e solo chi ha interessi personali può avversarlo.
L'incubo Acquarium e compagnia bella ( tutte deroghe come il piano casa ) non si ripeterà
E, poi, non è vero che ci siano tante case vuote, guardate: sta scritto qui il fabbisogno abitativo.
Permettetemi una battuta, ma mi torna in mente il dramma sul processo a Galileo a cui ho assistito anni fa: Galileo chiedeva ai giudici di guardare nel cannocchiale, ma loro gli rispondevano di leggere le scritture.
Così, mi si chiede di leggere un rapporto tra l'altro circoscritto solo alle case ufficialmente accatastate e vuote e fidarmi solo di quello, mentre basta passeggiare per Matera in una serata d'inverno per vedere coi propri occhi piani e piani di finestre spente...
Del resto, il virus dell'ottimismo è contagioso.
Chi si è scagliato con passione contro le problematiche del potere politico locale ora, contagiato, plaude a questa nuova iniziativa edificatoria dopo aver combattuto per anni il pernicioso e trasversalissimo partito del mattone.
L'opinione pubblica è quasi commossa.
Massì, facciamoci contagiare anche noi dall'ottimismo, magari tra due o tre anni, quando il classico appartamentino per famiglia e figlio unico in periferia scenderà sotto i centomila euro pure io....
Però, poco fa, proprio rimirando lo scatolone pieno di alghe nori ed altre prelibatezze, mi è venuto in mente che non c'è ragione di attendere così tanto.
DIco, Matera è piena di case vuote ed in vendita.
Ammettiamo pure che io sia il solito pessimista cinico. 
Ammettiamo che il Piano Casa funzioni!
Capito? Il Piano Casa Funziona!
Che bello!
Allora questo vuol dire che tra tre anni le case che ora costano 250mila € magari davvero costeranno centomila! Ale'
Senza poi parlare di tutte le case dell'housing sociale, delle nuove case popolari dell'Ater!
Ma se è così, il povero imprenditore edile materano con la sua scorta di appartamenti invenduti e inaccatastati da un lato, le famiglie con appartamento in vendita a prezzi da paga annuale di calciatore, si troveranno costrette ad abbassare i prezzi ora, perchè quando il Piano Casa sarà diventato un piano ben riuscito le loro case saranno fuori mercato ( ossia, saranno NEL mercato ) e dovrebbero svenderle ad una frazione del prezzo attuale!! 
Non sia mai!!
Non c'è ragione di attendere il 2013 - 2015 per capire: se il Piano Casa implicherà un calo dei prezzi degli immobili come sostengono gli ottimisti, a maggior ragione dal 2 aprile i più abili e dinamici dei nostri venditori di case abbasseranno i prezzi per vendere oggi non proprio a 250mila ma magari a 215 mila, ben consci che man mano che le nuove case verranno su i prezzi dovranno andare giù, come da legge di domanda ed offerta.
Sotto l'ombrellone, quindi, avremo la risposta.
Se i prezzi saranno scesi allora il Piano Casa sarà stato davvero un bel piano.
Ma se per la Bruna i prezzi delle case saranno più o meno uguali ad ora beh, allora ...
Allora, magari...
Forse...
L'ottimismo sarà il profumo della vita, ma di fronte al complesso militar industriale del mattone materano non è un buon affare.

lunedì 21 marzo 2011

il Paradosso dell'edilizia materana: più costruisco meno vendo

Nella mia città, una piccola città del Sud Italia, terra di emigrazione e di perenne crisi economica, in cui nell'ultimo pugno di anni ben 5000 persone hanno perso il loro posto di lavoro nell'industria del mobile imbottito, il cui territorio ha subìto negli ultimi vent'anni un vero  e proprio saccheggio edilizio, in cui non manca palazzo in cui vi sia un appartamento sfitto, in cui non manca via in cui ci sia un palazzo vuoto, in cui, insomma, l'offerta di appartamenti è di gran lunga superiore alla domanda, nella mia città, dicevo, i prezzi delle case sono stratosferici.
A livello di metropoli settentrionale.
Cioè, per essere chiari, per un appartamento in periferia si parla di € 250mila a salire.
Ora, in condizioni di libero mercato, questo di per se è un problema solo per chi non si può permettere questi prezzi, ossia: "Siete poveri? Cazzi vostri!"
Il guaio inizia ad essere collettivo quando il numero di case vuote è stimabile in una frazione a due cifre di quelle esistenti e comunque di gran lunga superiore
a quello del numero di persone che cerca casa.
Perchè, nel resto del mondo, complice la crisi finanziaria, in presenza di sovrabbondanza di offerta, i prezzi degli immobili sono crollati ed a Matera no?
Dico, parliamo di una Città in cui a farsi una passeggiata di giorno i cartelli 'vendesi' sono numerosi quanto i manifestini elettorali sotto elezioni 
ed a farsi una passeggiata di sera in certe vie sembra di stare in Corea del Nord con sole poche finestre illuminate in palazzi immersi nelle tenebre.
Ora, per risolvere questo problema drammatico, che strozza le giovani coppie, che soffoca l'economia dato che il bene casa diventa una specie di buco nero divorarisorse
a discapito di ogni altra iniziativa produttiva, ci si prospetta la soluzione banale: costruire più case.
Ottima idea se siamo in situazione di scarsa offerta ed alta domanda.
Ma sappiamo che è esattamente il contrario.
Non amo particolarmente le provocazioni intellettuali.
Ma una ogni tanto me la si può perdonare.
Quindi, date le circostanze, permettetemi di avanzare qualche dubbio sull'utilità di aumentare il numero di case (vuote) per risolvere il problema dello spropositato
prezzo delle case a Matera.
Sia costruite col Piano Casa, sia costruite con gli strumenti ordinari.
Davvero, mi sorge il dubbio che non sia il caso di sacrificare altri oliveti ( bene collettivo ancorché privato ) a discapito di altro cemento.
E mi sorge un altro dubbio.
Vuoi vedere che il metodo migliore di far tornare i prezzi degli immobili materani a valori di mercato sia chiarire all'industria del mattone un concetto semplice semplice?
Ossia: cari signori, nel territorio del Comune di Matera non si cementificherà più neppure un metro quadro finchè a Matera ci saranno così tante case vuote.
Fate in modo di venderle, poi si pensa. Nel frattempo, noi ci teniamo gli oliveti, voi vi tenete il cemento. Sia quello nelle vostre betoniere, che quello già edificato e tenuto vuoto.

venerdì 18 marzo 2011

Linux in Segreteria



Brevissimo e scarno video del passaggi a linux ( Ubuntu 10.10 e Debian 6 ) della Segreteria del Partito Democratico Materano.
Spero di poter postare quanto prima qualcosa di meglio:
  • un'iniziativa pubblica di confronto per stabilire la miglior politica di migrazione
  • e, finalmente, un cronoprogramma della migrazione.
Al lavoro ...

giovedì 10 marzo 2011

Il Partito Democratico materano passa al Software Libre



Già.
Ieri il Partito Democratico Materano ha praticamente completato la sua migrazione al Software Libre.
Niente di che, per carità: un PC c'era già e ci abbiamo montato ubuntu 10.10, idem su un altro pc recuperato in giro, mentre su un vecchio portatile ibm ( pentium 3 con 384 MB RAM ) abbiamo installato Debian 6 con desktop lxfce.
Ora, la strada per arrivare a completare la migrazione al software libre della pubblica amministrazione locale non è certo a buon punto, ma grazie all'impegno della Segretaria del PD Materano, Simonetta Guarini che ha spinto per questo gesto di buon senso, un atto concreto è stato compiuto.
Non più progetti o buoni propositi, ma realtà acquisita come fatto.
Da ieri, consiglieri comunali, militanti, assessori, dirigenti e quadri useranno software libre per le loro attività nella sede del Partito.
E, dato che sono nella Segreteria del Partito e non in Giunta o in consiglio comunale, mi sembra comunque un buon inizio.
Credo che ora il Partito possa lanciare un'iniziativa pubblica di stimolo all'amministrazione per iniziare a recuperare il terreno perduto.
Vedremo quanto saremo capaci di spingerci in alto, tuttavia, al contrario del  solito, la mia testardaggine in questi casi è una Virtù e non un difetto.
A breve, come purtroppo potrebbe essere tra mesi, lancerò una vera e popria "Call to Duty" per concretizzare anche a livelli maggiori la diffusione del software libre.
Credo che un evento di tipo informativo e di confronto ci stia pure, ma subito dopo sarà necessario avere un cronoprogramma della migrazione, le dichiarazioni di principio sono sicuramente confortanti, ma solo quando sono uniche e seguite da fatti.
Questo è un fatto, avanti il prossimo.




PS: a breve magari posterò un video collegato all'evento!

martedì 1 marzo 2011

Cronaca di una morte annunciata: Le Energie Rinnovabili in Italia

Ammetto di essermi un po' distratto e di aver mancato in pieno le fasi preparative della pubblica esecuzione del settore delle energie rinnovabili italiano.
Infatti, il ministro Romano ha deciso che, avendo noi quasi raggiunto gli obiettivi che pensavamo di raggiungere solo nel 2020, possa bastare così.
Gli 8.000 Mw di picco da installarsi entro il 2020, appunto, saranno completati entro pochi mesi.
Coerente, il ministro Romano:
facendo parte di una compagine politica che si sforza di affossare per quanto possibile il paese gli deve essere sembrato intollerabile l'esistenza di un settore industriale all'avanguardia.
Pertanto ha deciso che il sistema di incentivi che ha miracolosamente portato l'Italia ad un insospettato 6 - - rispetto a quello che dovrebbe essere il suo livello di produzione energetica da fonti rinnovabili, se paragonata alla solita Germania, sia da smantellare.
Fine dei giochi.
Il mercato non è ancora maturo per la sospensione degli incentivi che devono essere ridotti gradualmente. Fino ad oggi, hanno funzionato. Siamo passati in pochi anni da 7000,00 a 4000,00 € per kW di picco installato ( con componenti di elevata qualità, si può realizzare anche a 3000,00  ) per gli impianti piccoli.
Invece, ciccia.
Certo, sarebbe auspicabile qualche provvedimento correttivo delle speculazioni per gli impianti a terra, ma l'incentivazione andrebbe estesa alle imprese: è paradossale che l'Italietta delle microimprese non sappia approfittare del principale vantaggio del fotovoltaico: l'azzeramento per le piccole imprese dei costi energetici.
L'Italia delle fabbrichette, dei capannoni, che si lamenta dei costi di produzione alti, non è stata capace di mettersi 20 - 200 kW di Pannelli sul tetto ed azzerarsi i costi dell'Energia proprio nel critico settore manifatturiero.
Rimando a questo articolo i dettagli, non è il caso di ripetere cose già note.
Che altro aggiungere?
Che il provvedimento può anche non passare?
Affidarsi alla speranza non è il mio forte, soprattutto quando anche la sola presa d'atto che un Ministro dello Sviluppo abbia concepito un simile abominio è sufficiente a portare allo sconforto.
PS:
Chissà se il governo regionale, nel malaugurato caso che il provvedimento passi, non possa usare i proventi del petrolio per sostituire in parte gli incentivi sul rinnovabile?