giovedì 6 ottobre 2011

Nemmeno i nomi nei giornali


In Italia il lavoro uccide.
Uccide anche se torni a casa sano e salvo.
Uccide perchè non ti permette di sopravvivere.
Di metter su famiglia.
Di far figli.
Di coltivare l'umanità.
E, a volte, uccide e basta.
In questi momenti a cento chilometri da casa mia inizia un funerale, un funerale di quattro donne.
Ammazzate mentre lavoravano in condizioni di semischiavitù.
Per quattro Euro all'ora.
Di quelle donne ho fatto fatica a reperire i nomi.
Li scrivo qui, per risparmiarvi la fatica:

Antonella Zaza,
Giovanna Sardaro,
Matilde Doronzo,
e Tina, di cui non ho saputo trovare il cognome.

Vittime senza volto, sfigate pure a dover essere seppellite nel giorno in cui, dall'altra parte del Mondo, un uomo molto ricco muore di cancro al Pancreas dopo 7 anni di malattia.
Qui, il cancro al Pancreas uccide in tre mesi.
Oppure, ci pensa uno speculatore edilizio a seppellirti viva.
Eccola lì, l'Italia, sotto le macerie di Barletta.
Un altro modo di violare il corpo e l'anima delle donne.
Oggetti di piacere, carne da cannone.
Nessun limite alla fantasia.
Ed eccola lì, la cosiddetta Italia della rete, che piange un arcimiliardario autore del più chiuso e totalitario sistema proprietario, elegantemente efficiente per far soldi a spese di utenti in catene dorate.
Ma neppure una lacrima per le ragazze di Barletta, per le Operaie dell'Opificio, sì, avete letto bene: Opificio: quello che la maestra, alle elementari, mi diceva essere il nome della 'Fabbrica Ottocentesca'. Me lo ricordo bene, perchè ci aveva fatto studiare la differenza tra le barbariche condizioni di lavoro nell'800 e  quelle delle moderne fabbriche. Me lo ricordo ancora, sul sussidiario, l'operaio col camice che controlla il robot.
L'Opificio.
Cari internauti, stampatevi in testa  'sta parola, mentre piangete Jobs, tanto i nomi delle Operaie non è necessario ricordarli.
Perchè il vostro futuro, proprio grazie a queste 'dimenticanze', è nell'Opificio.
Non nel mondo della mela marcia.

mercoledì 28 settembre 2011

Maroni, il Leghista ( di ) Romano


Come potrà, d'ora in poi, il Ministro dell'Interno ( leghista ) Maroni relazionarsi con le forze dell'ordine che costituzionalmente dirige dopo aver contribuito a coprire il suo collega dell'Agricoltura accusato di Associazione Mafiosa in base ad indagini condotte dalle forze dell'ordine che  il Ministro dell'Interno ( leghista ) Maroni, costituzionalmente, dirige, è più di uno scioglilingua.
La parola "leghista", sinonimo di contraddizione ontologica, logica e morale, non basta a spiegarlo.
Dinnanzi ai nostri stessi occhi, guardie e ladri si spartiscono le nostre spoglie.
L'Odio è spreco per costoro, spreco di forza, spreco di Vita.
Andiamo, la tenebra è impaziente.

sabato 3 settembre 2011

Mistero della Fede


Il Cassonetto della raccolta differenziata della carta è pieno già tre giorni dopo averlo visto svuotare. Seccante.
Viene naturale inveire contro l'Amministrazione e dirsi che sono degli incapaci.
E che se la ditta è inadempiente magari li si può cacciare.
E, questo, solo se si è particolarmente ben disposti verso i nostri eroi asserragliati nel Palazzo.
Infatti, il comune sentire e pensare è senz'altro ben peggiore.
Poi, dato che fai parte della Segreteria del Partito Democratico cerchi di fare il piccolo Assange dei poveri e  di metter su una specie di Materaleaks ( marchio registrato ).
E tenti disperatamente di informarti.
Di capire il perchè ed il percome.
Ma, come spesso accade, non c'è bisogno di trasformarsi in 007.
Con pervicacia e calma basta domandare e ridomandare.
E ancora domandare.
La reticenza, il muro di gomma, ti fanno temere il peggio:
" Se qui tacciono vuol dire che stiamo davvero combinando casini a non finire".
Poi, piano piano, arrivano un po' di risposte.
Qualche amara verità viene a galla.
E resti di stucco.
La ditta appaltatrice è obbligata dal contratto in essere a svuotare quel cassonetto ogni 15 giorni 15 e solo grazie al lavoro dell'Amministrazione si riesce a svuotarli ogni settimana. E che l'Amministrazione è conscia che il valore minimo sarebbe due volte a settimana.
E che se in qualcosa la Ditta è inadempiente in altro ci viene incontro.
E che non è affatto vero che sia una banalità 'mandarli via': si rischia una mezza bancarotta e mesi di rifiuti accumulati per strada stile Napoli.
E che, in sostanza, dato l'appalto ereditato, bloccato, da 3 Milioni di Euro  ( invece che da 5-6 come sarebbe stato, come dire, il caso ), è un mezzo miracolo che nelle condizioni di Napoli non ci siamo già.
Ma non è di questo che voglio parlare, oggi.
Aggiungiamo qualche altro esempio.
Salvo miracoli, nel senso letterale del termine, il Primo Gennaio 2012 Matera avrà a disposizione circa 7 milioni e mezzo di Euro in meno del Primo Gennaio 2010.
Su un bilancio iniziale di una quarantina di milioni.
Ad oggi sembra un segreto ben custodito.
Scommettete cosa succederà quest'inverno su chi sarà ritenuto 'colpevole' del taglio dei servizi?
Per non parlare del caso "Alberi di La Nera" su cui non mi pronuncio ignorando materialmente gli aspetti legali della questione ma che ha visto una serie di violentissimi attacchi praticamente subiti in maniera gandiana dall'Amministrazione.
E seppure fosse stato preso un provvedimento discutibile perchè non si è resa pubblica una linea, criticabile finchè si vuole, ma una linea che sia una?
O della recente querelle sul web riguardo più gli ottoni che i dobloni.
Ma ci volete spiegare perchè tacete?
Perchè siete reticenti soprattutto quando avete 'ragione' da vendere?
Perchè consentite che problemi grossi quanto la Gravina causati da terzi ( i rifiuti o i prossimi tagli di bilancio, ad esempio ) vi siano addebitati in maniera esclusiva ed anche infamante?
Perchè i meccanismi della comunicazione sono così inefficaci?
Perchè si sta su Facebook, ad esempio, sfruttando lo strumento in maniera al meglio autolesionistica?
Ho suggerito l'esempio di Emiliano: certo, lui a volte 'vince' e a volte 'perde', ma non solo mantiene un contatto diretto con i cittadini, ma, banalmente, a volte 'vince'. Qui si gioca solo a perdere!
E' per mancanza di tempo o perchè è diffusa ormai endemica l'arte del comando al posto di quella del governo?
O per semplice sottovalutazione colposa delle catastrofiche implicazioni di una simile linea di condotta?
Mistero.
Appunto, della Fede.
Fiducia, ancora, ce n'è.
La Fede, invece, è cosa diversa.

giovedì 25 agosto 2011

Sui giovani d’oggi ci ( mi ) Scatarro su...



Non c’è niente di peggio di un’oziosa mattinata dall’aria surriscaldata.
E le cose possono anche peggiorare se non riesci a trovare nei supermercati semideserti gli ingredienti per la cenetta che avevi in mente di cucinare.
Questo può davvero farti venire il sangue amaro.
Roba da rovinarti la giornata di ferie.
Per tentare di consolarti un po’ vai a comprare il Quotidiano e scopri la quarta o quinta puntata della telenovela “Di Consoli contro il resto del mondo”.
Urticante, la famosa intervista. 
Se vi va è sul sito del “Quotidiano”.
Condivido gran parte dei suoi ragionamenti, non tutti ( che so, ci andrei cauto a sparare così su Don Marcello e l’idea della rivoluzione dei vecchi è una specie di sfottò ai giovani per il ciclo: la rivoluzione la farete da vecchi ) . 
Purtroppo, la posizione di privilegio da cui sono illustrati li rende antipatici ma non meno veri.
Oggi, infatti, proprio sul Quotidiano c’era una risposta in tal senso: irricevibili certi pensieri da posizioni di comodo.
Certo, è senz’altro poco ‘elegante’ accusare di codardia i soldati in trincea da una bella scrivania a 500 km dal fronte, soprattutto se per motivi ‘generazionali’ ( e qui non mi riferisco al solo Di Consoli ) si fa parte di quella classe dirigente che ci ha portato al disastro e poi si diletta anche nel farci la predica.
Ma i fatti sono tali da far sembrare più alibi che contestazioni ragionate le risposte da me fin qui lette al Di Consoli.
Parliamo un po’, quindi, dei giovani, almeno finchè sono in tempo.
La categoria dei giovani non è assimilabile, che so, a  quella dei politici. Certo, ci sono politici seri, capaci, corrotti, impresentabili e combinazioni varie delle precedenti ed altre ancora. Tutti, però, sono politici responsabili dello stato delle cose.
I ‘giovani’ no.
E’ facile e comodo inventarsi categorie:
Ci sono i tronisti e le veline che affollano i locali rigorosamente in orari notturni decisamente non compatibili con una sana produttività personale.
Ci sono le masse di esclusi da un percorso di crescita culturale causa distruzione del sistema scolastico e pertanto drogati di calcio e telesesso oltre che delle classiche sostanze.
Ci sono i coraggiosi emigrati... 
… E gli infingardi stanziali affamati di prebende politiche.
Ci sono i giovani ‘volontari’ che passano magari più tempo a disprezzare il prossimo che a Servire.
Ci sono i giovani genitori del cui coraggio ho maturato una sana invidia.
E i giovani impegnati in politica, forzatamente ed obbligatoriamente pupi di vecchi pupari.
Oppure quelli che si illudono di far politica nuova e pura spargendo veleno sul web dopo esser caduti nella mortale malattia della propugnazione di soluzioni semplici per mondi e problemi complessi.
E, peggio, incapaci di affrontare anche solo intellettualmente il concetto di diversità, come tanti bravi e perfetti leghisti.
Per tacer dei giovani pronti a tutto contro il sistema, purchè non debba saltare il cineclub o la palestra o di quelli che vogliono le riforme per miracolo, senza passare dai meccanismi democratici ( Chi, io, quel partito lì, che schifo, ci vorrebbe che... eccetera ).
Ognuno dei lettori può posizionare se stesso e il sottoscritto nella categoria che più gli piace.
Ma è un gioco sterile.
Sterile come queste polemiche giornalistiche.
Ma non lo avete ancora capito che qui si deve solo lavorare?
E lavorare per lavorare?
Si deve perseguire la banale legalità spicciola e poi ancora lavorare?
Che si deve ricostruire un banale tessuto sociale fisicamente fatto da persone che si stimano e sostengono attorno ad un tavolo e non attorno alla bacheca di un social network?
Restiamo ai fatti, perchè alle menzogne che credono di essere verità dovremmo essere diventati allergici, ormai.
Quindi, teniamo contento il partito dei ‘vecchi rivoluzionari’ ed intoniamo insieme:







calzino bianco va commuove l'onestà
trovato tecnologico votato martire
cambia la permanente in dreadlocks
che ti cambia il cuore giocati l'anfibietto in tinta
ti fa far l'amore

ridai i soldi al tuo papà
ridai i soldi al tuo papà
sui giovani d'oggi ci scatarro su
sui giovani d'oggi ci scatarro
sui giovani d'oggi ci scatarro su
sui giovani d'oggi ci scatarro

come pararsi il culo e la coscienza è un vero sballo
sabato in barca a vela lunedì al leonkavallo

l'alternativo è il tuo papà
l'alternativo è il tuo papà
sui giovani d'oggi ci scatarro su
sui giovani d'oggi ci scatarro
sui giovani d'oggi ci scatarro su
sui giovani d'oggi ci scatarro

come pararsi il culo e la coscienza è un vero sballo
sabato in barca a vela lunedì al leonkavallo

l'alternativo è il tuo papà
l'alternativo è il tuo papà
sui giovani d'oggi ci scatarro su
sui giovani d'oggi ci scatarro
sui giovani d'oggi ci scatarro su
sui giovani d'oggi ci scatarro

domenica 21 agosto 2011

L'apprendista Stregone?


E’ vero, sono tempi confusi.
Soprattutto perchè chiarirsi le idee richiede fatica e il caldo non aiuta.
Non me la prendo, quindi, se il mio ruolo di membro della segreteria del Partito Democratico è scambiato da taluni per quello di un assessore, di un consigliere comunale, del vicesindaco o anche di un giornalista per non parlare di quello di scrittore di fantascienza.
Io sono membro della Segreteria del PD Materano. Prima dell’inverno 2010, ossia prima della scorsa campagna elettorale comunale io non conoscevo molta gente all’interno del Partito Democratico e nessuno a livello dirigenziale.
Ma, grazie all’impostazione collettiva della candidatura ho preso tra le 3 e le 4 volte i voti che ci si aspettava.
Perchè le istanze di rinnovamento della Classe Dirigente sono così manifestamente urgenti presso una parte dell’Opinione Pubblica che la nostra proposta è risultata convincente tanto da raggiungere un pur relativo successo.
Certo, non sono stato eletto, ma il risultato numerico ottenuto, sufficiente per essere eletto in altre liste, è dovuto ad un voto di opinione generato dalla volontà precisa da parte dell’elettorato di Sinistra di cambiare le cose attraverso un voto legato ad una progettualità fattiva invece che alla pur sacrosanta protesta ed indignazione rispetto allo stato delle cose.
Perchè esistono tante persone che sono consapevoli della necessità di agire costruttivamente e della futilità delle proteste autoreferenziali in stile Aventino.
Certo, questo significa agire comunque all’interno di un sistema di correnti che sfido chichessia a trovare isolato al Partito Democratico.
Il lavoro che ho trovato di fronte è senz’altro frustrante e complesso e banalmente faticoso.
Le vicende del Piano Casa e delle varianti urbanistiche hanno consumato gran parte delle nostre risorse e non posso certo affermare di essere soddisfatto.
Eppure non c’è scelta che perseverare o ritirarsi nel terreno dell’(auto)commiserazione.
L’Amministrazione Adduce ha pregi e difetti ed il ruolo della Segreteria del Partito è di esaltare i primi e contribuire a  correggere i secondi.
E i difetti di questa Amministrazione sono evidenti in primis ai suoi stessi sostenitori ed elettori.
E gli elettori già chiedono conto a tutti gli attori dello stato delle cose.
Anche a me.
La cosiddetta Società Civile, di cui mi piacerebbe davvero tanto poter elencare i punti di forza, mentre oggi mi vengono in mente solo le sue tante lacune e debolezze, è specchio fedele della Classe Politica che elegge.
Ma è comunque attiva ed efficace soprattutto nelle sue iniziative più giovani, in senso anagrafico:
non posso nascondere, infatti, di provare qualche perplessità di fronte alle prese di posizioni di associazioni guidate da cinquanta-settantenni che in passato hanno avuto responsabilità mica da ridere nella gestione della cosa pubblica locale e appartenenti alla generazione che ci ha scavato la fossa e che ora si prende anche il lusso di predicare dall’alto del cumulo di terra di risulta, evidentemente in attesa di seppellirci tutti.
Tuttavia, anche da questo punto di vista la scelta è tra la resa e la resistenza.
Perchè, se i nostri elettori ( giovani ) sono scontenti per il Piano Casa dovremmo tacere?
Se sono perplessi sulla metropolitana leggera?
Se non capiscono il come ed il percome delle piste ciclabili?
Se l’assenza di eventi culturali e di spettacoli adeguati nell’Estate Materana li lascia stupiti?
I nostri elettori, almeno quelli con cui sono in contatto, esattamente come avevamo chiesto loro in campagna elettorale, desiderano partecipare perchè sanno bene quanto sia grave la situazione generale.
Quindi, chiedono, si informano, esigono.
Se si sono manifestate nelle sedi opportune delle perplessità sui PISUS, ad esempio, perplessità appunto raccolte tra i nostri stessi sostenitori, finalizzate a migliorare e non certo a cassare i provvedimenti, perchè di tali perplessità non deve rimanere traccia nelle pubbliche prese di posizione del Partito?
O riteniamo che tacerne migliorerebbe la nostra immagine presso i nostri stessi sostenitori che le hanno poste?
Il ruolo del Partito è  anche fare da collante tra l’amministrazione e i cittadini: un polmone di idee e progetti per dar respiro all’azione amministrativa implementato tenendo a braccetto da un lato l’elettorato e dall’altro l’amministrazione.
Ma se abdichiamo all’ultimo ruolo possibile per un partito, quello di raccordo tra la società civile e le istituzioni, cessiamo di avere una funzione utile.
Diventiamo danno.
Se c’è qualcosa che non va nella nostra azione di Governo il ruolo del Partito non è di minimizzare o occultare, ma di proporre correttivi: solo così manterremo alta la tensione e la fiducia nel nostro oscillante e sfiduciato elettorato.
Dobbiamo forse dimenticare l’andamento delle scorse elezioni?
Il dramma del ballottaggio?
Oggi l’aver pubblicamente dato voce alle istanze dei nostri sostenitori non può che essere ventaggioso, a medio e lungo termine, per il Partito stesso.
Perchè si dimostra la sua vitalità e, finalmente, il suo progressivo reincollarsi alla voce della cittadinanza.
Non è questo, forse, il nostro obiettivo primario?
Pazienza se si deve incorrere nelle ire dei soloni per hobby e scomodarsi un po’ a tirar tardi per arrivare a costruire nuove prospettive.
Purtroppo, per arrivare ad iniettare nel corpo malato della nostra comunità antidoti e ricostituenti la via è ancora lunga.
Ma non vi sorprenderete, spero, se io continuerò ad insistere, ad esempio, con Software Libero e Fotovoltaico.
Ho la testa dura.ta dura.

martedì 2 agosto 2011

Tutto va bene madama la marchesa

Finalmente, ho imboccato la strada giusta per dare il mio contributo costruttivo ai lavori della Segreteria del Partito Democratico Materano.
Insistere sui temi della campagna elettorale?
Contrastare le distorsioni del sistema politico?
Fare le ore piccole per evitare  che il PD Materano sia completamente associato a provvedimenti di Berlusconi come il Piano Casa?
Proporre innovazioni pratiche?
No, è sufficiente non potersi liberare dagli impegni con 24 ore di preavviso.
Ed ecco che metà della Segreteria del Partito, dopo mesi di silenzio, pubblica d’incanto un documento in stile soviet supremo di acclamazione bulgara dell’operato dell’Amministrazione.
Ma il doveroso sostegno agli Amministratori non passa dalla supina acquiescienza, ma dall’analisi critica e dalla proposizione di soluzioni alternative.
Io NON concordo con la gestione dell’affaire 2019.
Io NON concordo con un’acritica accettazione positiva dei PISUS.
La banale questione delle piste ciclabili realizzate e realizzande, ad esempio, è paradigma di un ottimo intervento la cui implementazione minaccia di essere, tuttavia, pessima se accettata a scatola chiusa.
Per tacere di maggiori e rilevanti questioni.
Trovo, pertanto, inaccettabile che tali manifestazioni di dissenso, pubbliche e note per tempo, non trovino posto nei documenti prodotti dalla Segreteria.
Tanto più perchè un documento di sostegno all’amministrazione Adduce che avesse tenuto conto delle varie criticità palesemente esistenti avrebbe potuto avere anche me tra i firmatari.
Si ha, quindi, l’impressione di trovarsi in una gara in cui i tuoi compagni di squadra decidano di barare anche quando potrebbero vincere correttamente e facilmente.
Ecco, allora forse ho capito quello che, probabilmente, mi si chiedeva di  fare: tacere ed eclissarmi.
Se l’avessi capito prima che bastava così poco sforzo per far leggere alla Cittadinanza Materana un documento in cui il Partito Democratico afferma che siamo tutti uniti e marciamo verso un radioso avvenire avendo risolto tutti i problemi mi sarei risparmiato tante fatiche e saremmo riusciti nell’intento assai prima.

O, forse, no?

domenica 31 luglio 2011

Bonus Benzina, la goccia che farà traboccare il vaso?

Bonus benzina.
Già.
L’argomento del giorno.
Ma perchè, poi?
E’ una cosa già vista, trita e ritrita.
Dunque, vediamo un po’:
c’è una piccola regione del sud con delle risorse che sono sfruttate a livello Nazionale con gravi ripercussioni ambientali locali e assai piccole ricadute sul territorio di origine a livello di occupazione, sviluppo e benessere.
Anzi, data la peculiare vocazione turistica ed agricola, con gravi danni economici.
I Berluscones nazionali e locali promettono che agli abitanti di questa piccola regione lo stato restituirà due lire a testa, un paio di pieni all’anno di carburante.
Ovviamente, con una procedura che è durata anni per essere avviata ed implementata nel modo più redditizio per qualcuno e più scomodo e dispendioso possibile per le popolazioni beneficiarie.
Poi, come da copione, arrivano i leghisti e leghistoidi e anche quel piccolo, inutile, offensivo risarcimento è portato via in perfetto stile “Sceriffo di Nothingam”.
Della promessa berlusconiana svanita come tutte le altre peggio che in nulla: in danno, non mi meraviglio, roba di ogni giorno.
Non mi cambia la vita poter fare un pieno gratis all’anno.
Ma la cosa che mi fa indignare e spero che faccia anche muovere chi può è l’arroganza del ricco Nord che sfrutta le nostre risorse e ricorre contro il minimo risarcimento che per tanti padri di famiglia lucani una differenza potrebbe anche farla.
La tracotanza dell’anticultura leghista spero aumenti, perchè ormai siamo arrivati ai livelli in cui costoro minacciano la nostra stessa sopravvivenza fisica.
E questo vale per i cattivi del Nord, che meglio di me dipinge il veneto Tullio Avoledo nei suoi romanzi.
Ora torniamo in famiglia, in Basilicata.
Perchè se il rullo compressore berluscoleghista sbriciola il nostro futuro è pur vero che ciò gli è consentito dalla pochezza e dall’autoreferenzialità della nostra classe politica locale.
Perchè questa vicenda dubito che si trasformerà, come sarebbe giusto, in uno scatto di indignazione della popolazione come quello che salvò la Lucania dal destino di pattumiera nucleare.
Chi, dei nostri assessori regionali, che pare siano stati scelti direttamente tra le fila del PDL, andrà oltre il banale comunicato stampa di indignazione?
Chi si farà mai promotore di azioni e non di comunicati per difenderci dai nuovi espropri dei neocolonialisti leghisti?
Perchè non possiamo mai riuscire a difendere ciò che è nostro?
E non mi riferisco solo al petrolio.
Parlo dell’acqua, parlo del Sole e soprattutto, parlo dei migliori figli di questa terra che sprechiamo in assurde spinte all’emigrazione, in lavori umilianti e nell’oblio della vita!
Perchè non possiamo semplicemente imporre il nostro diritto, non solo a ricevere la giusta quota di royalties per il nostro sviluppo, ma ad imporre che gli appetiti delle compagnie petrolifere ( e chi per loro ) siano subordinati allo sviluppo locale impedendo le devastazioni ambientali di estrazioni petrolifere che a tutto servono salvo che a favorire programmazione organica che faccia della Basilicata una terra esportatrice di Energia Pulita e che si sviluppi sulla sostenibilità ambientale e sul turismo invece di continuare a dissanguarsi per i comodi di questi signori in camicia verde?
Lo sapete, vero, che la Basilicata ha tutte le potenzialità per sfruttare le fonti rinnovabili per rendersi non solo energeticamente autosufficiente ma per esportare addirittura energia pulita presso i nostri vicini?
Ma no: qui si parla solo di petrolio o centrali mostro come il Mercure!
Io credo che ci siano le condizioni per usare questo vergognoso episodio ( non la decisione del TAR, i tribunali fanno il loro dovere su una legge imperfetta, ma la semplice richiesta leghista di scippare i nostri diritti ) per reagire.
Reagire nei fatti.
Adesso.
Dopotutto, in migliaia e migliaia sono stati in coda.
Non credo che gli basterà un arrivederci e grazie!

sabato 23 luglio 2011

Genova 2001, la chiave del futuro d'Italia

Ho già scritto, in passato, dei fatti di Genova.
Non è la prima volta, non sarà l’ultima.
Purtroppo.
Non so se sia più grave, insopportabile e devastante un uomo adulto fisicamente prestante con addosso la divisa di un corpo dello stato che massacra di botte a manganellate una ragazzina inerme di vent’anni ( innocente sia a priori che posteriori ) o uno Stato che ne copre le atrocità.
La rabbia e la nausea di dieci anni fa mi rincorrono ad ogni anniversario e commemorazione.
L’ansia ti sorpassa ad ogni posto di blocco.
Come fai a non essere sicuro che qualcuno lì non sia stato alla Diaz o a Bolzaneto e gli venga in mente di ripetere il giochetto?
Non puoi.
Non puoi perchè nessuno di quelli che hanno fatto irruzione alla Diaz e proseguito nel macellare innocenti inermi a Bolzaneto è stato sbattuto fuori dal Servizio dello Stato.
Ergo, in poche parole, lo Stato, la Repubblica Italiana, dico, è attualmente ancora complice di quelle atrocità.
Terrore.
Orrore.
Denti Rotti.
Ossa spezzate.
Coma.
I debilitanti effetti di gas tossici che, se usati da un dittatorello ostile avrebbero provocato una grandinata di bombe a guida laser.
Ansia e angoscia per dieci anni per centinaia di persone.
Come può, la Repubblica, quantificare il dolore, l’umiliazione, i traumi fisici e psicologici di centinaia di persone seviziate, umiliate e ferite dai propri corpi di sicurezza?
La prova generale del Golpe antidemocratico si schiantò sulle ossa e sui denti di ragazzi innocenti. Coi black block lasciati liberi di devastare Genova e le manganellate sui boyscout e nonviolenti: delle due l’una: o tutte le forze di sicurezza erano costituite esclusivamente da vigliacchi incapaci di affrontare i cattivi e assai volenterose nel massacrare gli inermi o è provata l’esistenza di una Regia il cui scopo divergeva completamente dal matenimento della sicurezza pubblica.
Ma, dopo il massacro, è seguito solo il silenzio.
Perchè i processi hanno sicuramente significato qualcosa, ma la ferita è aperta.
In suppurazione.
E, purtroppo, queste cose sono note.
Dette e ridette, scritte e riscritte in libri, articoli, documentari, canzoni.
Le evito tutte.
Mi suscitano un sentimento misto di rabbia e nausea. Con una punta di disperazione.
Ma, poi, bisogna anche pensare a come uscirne.
Se questo Paese deve salvarsi non può prescindere da ricucire questa piaga.
Io credo che dare una risposta alle domande scritte col sangue nel luglio del 2001 non sia solo una questione di giustizia ( con la minuscola ).
Certo, la giustizia è fondamentale per il ripristino della convivenza civile.
Ma, ancor di più, lo è la Verità.
I membri delle forze di sicurezza devono dirla.
Lo Stato deve dirla.
Alle vittime deve esser chiesto scusa.
Le vittime devono essere risarcite.
Non credo sia necessario, nel senso letterale del termine, mettere in carcere chi ha falsificato le prove ( atroce l’episodio delle false molotov ) e neppure chi ha torturato e macellato innocenti.
Non servirebbe alla riconciliazione nazionale, disperatamente necessaria dopo vent’anni di stupri della cosienza collettiva.
Ma è necessario che i membri delle forze dell’ordine ed i responsabili politici debbano andarsene.
A casa.
Minacciare di infilare un manganello nella vagina di una manifestante poco più che maggiorenne ed incolpevole di qualsivoglia reato è incompatibile irrevocabilmente con la permanenza al servizio dello Stato.
Almeno di uno Stato sedicente democratico.
Per quel che vale, il Partito Democratico che vorrei questo direbbe: Verità e giustizia per Genova sono le fondamenta per la rinascita dell’Italia.
Centinaia di migliaia di onesti servitori dello Stato, che tacciono perchè sono consapevoli dell’inutilità di certe parole, attendono di vedere costoro espulsi con la stessa ansia delle vittime.
E degli altri milioni di cittadini Onesti.
Verità e Giustizia per Genova.
Prima sarà, prima tornerà la luce su questa povera Italia.

mercoledì 13 luglio 2011

Software Libero, i primi passi di un circolo virtuoso.

Software Libero.
Fino a pochi anni fa questo non era un argomento politico.
La stessa parola Software è rimasta sinonimo di “astrusa faccenda da specialisti occhialuti” per decenni.
Nel 2011 non è più così.
Nel mondo post wikileaks, nel mondo interconnesso dai social networks, un argomento squisitamente tecnico per pochi esperti diventa d'imperio argomento Politico.
Perchè è un argomento che riguarda direttamente e profondamente la vita delle persone.
Entriamo subito in argomento, partendo dal sodo:
La Provincia di Bolzano stima in € 400.000,00 il risparmio annuale sull'acquisto di Licenze di Software Proprietario dopo il passaggio di gran parte delle proprie macchine a Linux nel solo ambito didattico, mentre la Stima del Risparmio complessivo sull'acquisto di Licenze di Software Proprietario dopo il passaggio a Linux supera il Milione di Euro Annui.
Più in dettaglio: cos'è il software libero? Si tratta di programmi ( Esempio: Libreoffice, alternativo ad Office ) o sistemi operativi ( Esempio: le distribuzioni linux, alternative a Windows ), liberamente utilizzabili senza pagare alcun costo di licenze. Si tratta di software di ottima qualità, generalmente più sicuro perchè il codice, pubblico, è continuamente corretto dalla comunità degli sviluppatori. Ad esempio, i sistemi operativi linux sono praticamente immuni dai virus che affliggono Windows, funzionano benissimo anche su PC economici ed antiquati senza alcuna limitazione o perdita di funzionalità rispetto a Windows.
L’uso di software libero porta con se anche il grande vantaggio di sottrarsi alla schiavitù dei formati proprietari. L’esempio più classico è nel costante mutare dei formati .doc proprietari della Microsoft per costringere gli utenti alla migrazione alle nuove versioni dei propri prodotti.
Se la pubblica amministrazione adottasse il software libero i vantaggi sarebbero molteplici. Prima di tutto, per ogni 1000 € di licenze Microsoft acquistate, ad esempio, ( Windows per PC, Windows per servers, Office, solo per limitarci ai più noti ) , almeno il 70% finisce negli Stati Uniti.
Adottando Software Libero, invece, gran parte di quei mille euro potrebbero essere risparmiati ed usati per altro. Ma il punto cruciale è che anche Linux richiede ( minore ) manutenzione e l'adozione del Software Libero agevolerebbero lo sviluppo e le competenze di professionisti e PMI locali capaci di offrire assistenza, consulenze e personalizzazioni ad hoc per ogni esigenza. Windows, invece, non permette queste opportunità perchè il suo codice è segreto e non personalizzabile.
In altri termini, se la Regione Basilicata, invece di spendere €1.000.000,00 all'anno in licenze proprietarie, di cui solo poche briciole restano ogni anno in regione, il resto se ne va nelle tasche di Bill Gates e in tasse, decidesse di migrare al software libero, potrebbe destinare parte della somma ad altre necessità e parte nello sviluppo di competenze locali arrestando la fuga di cervelli ed aumentando l'occupazione.
Con l'ulteriore vantaggio di basarsi su piattaforme sicure, stabili ed aperte, quindi non soggette all'arbitrio di multinazionali estere.
Si pensi, in ultima analisi, al circolo virtuoso che si innescherebbe con queste iniziative, iniziative, si badi bene, che non richiedono ingenti investimenti pubblici, anzi, al contrario, iniziative che partono dal risparmio di denaro pubblico e che sono mirate ad offrire una diretta ricaduta occupazionale alle competenze locali nonché occasioni di rilancio della governance regionale.
Inoltre, l'accesso al Web, la trasparenza dei dati informatici, la libertà e la sicurezza degli strumenti informatici di base non possono essere soggetti a censure e limitazioni di tipo commerciale.
L’implementazione del tanto vantato e-government, poi, obbliga de facto le pubbliche amministrazioni ad adottare massicciamente  il Software Libero per evitare che i cittadini siano posti di fronte all’alternativa tra delinquere ( usando software proprietario pirata ) o sborsare il non indifferente prezzo delle licenze software per poter banalmente compilare un modulo scaricato in formato proprietario ( .doc per intenderci ) da un sito istituzionale.
In pratica, l’adozione del Software Libero è sinonimo non solo di Risparmio, ma anche di Sviluppo, Sicurezza e Libertà.
Che aspettiamo?

sabato 18 giugno 2011

L'Italia Peggiore


Pubblico molto volentieri le parole di Bruna,
non occorrono nè commenti nè introduzioni:

E’ vero, siamo l’Italia peggiore,
siamo l’Italia che si alza ogni  mattina sul filo del rasoio!
siamo l’Italia che ha studiato, anni e anni di studio… lauree, specializzazioni, master, dottorati...non bastano mai!
siamo l’Italia del lavoro a scadenza, siamo diventati acidi come gli yogurt e il latte andato a male!
siamo l’Italia che è disposta a tutto pur di lavorare, che fa sacrifici economici ed affettivi e che da anni aspetta il momento per poter mettere a frutto tanti sacrifici!
siamo l’Italia che non arriva a fine mese perche le spese per la sopravvivenza, per la mera sopravvivenza, ci soffocano!
siamo l’Italia di “fannulloni” e di “bamboccioni”!
siamo l’Italia che non può neanche pensare di comprarsi una casa perché contratto a scadenza e concessione di credito sono due concetti che non vanno a braccetto!
siamo l’Italia che quando cerchi una stanza in affitto ti chiedono se hai un contratto a tempo indeterminato, quanto guadagni e la busta paga…. non le banche, ma i privati cittadini!
siamo l’Italia che non ha garanzie lavorative, no malattia, no ferie, no maternità, no anzianità, no TFR, nessun diritto ai lavoratori precari!!!
siamo l’Italia che non fa figli, che come lo cresco un figlio se già io da sola non arrivo a fine mese, siamo anche l’Italia che non fa figli perché le donne in questo paese non hanno alcuna tutela per la maternità, e siamo anche l’Italia che non fa figli perché la donna con figli esce dal mercato del lavoro per non rientrarci!!!
siamo l’Italia della gestione separata e delle Partita Iva!!  
siamo l’Italia che paga le pensione ma che non avrà nessuno che gliele pagherà!!
siamo l’Italia a cui avete tolto qualsiasi entusiasmo e a cui avete rubato la possibilità di perseguire gli obiettivi che danno un senso alla vita di un uomo!
siamo l’Italia che senza di noi non si va avanti perché lavoriamo bene, con scrupolo e dedizione…nonostante tutto!
siamo l’Italia dei ricattabili e sempre proni al sistema!
ma ricorda, non siamo l’Italia di analfabeti che potete lobotomizzare con le tette e i culi di cui siete i massimi esperti!
siamo l’Italia che non hai il coraggio di guardare in faccia, perché anche un piccolo economista come te sa bene che i problemi che le state provocando oggi, tu e tuoi amichetti, avranno delle ripercussioni cosi demograficamente concrete ed economicamente devastanti che, tra 20 anni, vi rivolterete nelle vostre piccole bare per le bestemmie che noi “Italia peggiore” vi tireremo dietro e già vi stiamo tirando da anni.

è proprio vero, Renatino, siamo l’Italia peggiore, ma se noi siamo quella peggiore, “voi” dove cazzo vi collocate?


Bruna Rondinone